Se dico t’amo non sono io che parlo
poiché l’amore del
sé è negazione
l’io che t’ama senza neppur saperlo
mi dissipa nella sua consunzione.
In questa metamorfosi è evidente
che mi mutò l’io
che t’ama, non tu,
tarma che mi sfarina corpo e mente
e il poco che n'avanza è in sovrappiù.
Per quanto non ami giuro l’amore
che in me s’alimenta
da parassita
quel che in me t’ama
fa rime con “cuore”
e si commuove a
un “per tutta la vita”
incanto ottuso
ma portentoso
nel millantare l’eterno
dal caso.