domenica 26 aprile 2020

Biografia di un virus



Il virus è virale
però quando è trasmesso
se no è antisociale
pensa solo a se stesso

quanto più è contagioso
tanto più si nasconde
giacché è tipo ritroso
da ciabatte e mutande

isolato frantume
d’un abbozzo di vita
parassita implume
che si sogna eremita

ma è per forza vettore
d’una abietta infezione
se va in cerca d’amore
reca solo afflizione

di tanto in tanto muta
ma è tutta apparenza
la sua natura è immota
si chiama virulenza

da un ospite all'altro
appeso a un’escrezione
lui vive quell'inoltro
come un'umiliazione

se a renderlo infettivo
fu un bisogno d’affetto
si sente ormai abusivo
persino nel suo letto.

giovedì 23 aprile 2020

La medusa immortale



La medusa immortale
ha un bizzarro destino
nel suo ciclo vitale
lei ritorna bambino

quando ormai pare anziana
pronta all’uncinetto
al risveglio un mattino
eccola polipetto

poi s’invecchia medusa
quindi polipo ancora
sempre pronta la scusa
non è mai la sua ora

salvo per incidente
o incresciosa sventura
non svanisce nel niente
la sua vita perdura

ma è vita o inferno
un fluttuare perenne
il suo eterno ritorno
a un persistere indenne?

Tutto intorno a lei muta
ogni amore dilegua
ogni vita è compiuta
senza che lei la segua

quello che la circonda
si corrompe e decade
lei non segue quell'onda
il suo fato la esclude

immortale e depressa
tentò di suicidarsi
fallì e restò se stessa
senza alcuna catarsi

una vita infinita
non è affatto una festa
se ti senti fallita
o hai il mal di testa.



https://it.wikipedia.org/wiki/Turritopsis_nutricula

lunedì 20 aprile 2020

Che vita spugnosa



La spugna marina
è proprio spugnosa
s’imbeve e raffina
l’acqua più melmosa.

Dimessa spazzina
d’un mondo appestato
tenace s’ostina
nel suo operato.

Ma quello che filtra
in lei è assorbito
vorrebbe esser altra
si sente detrito.

Se sei quel che mangi
lei è forse lordura?
Si tortura e piange
sognandosi pura.

A sera fa un bagno
lavacro anelato
ma usando altra spugna
è amplesso sfrenato.

martedì 14 aprile 2020

Chi conosce il pangolino?



Chi conosce il pangolino?
Se lo guardi da vicino
rassomiglia a un cotechino
pare porti un parrucchino
forse è questa la ragione
della sua introversione
e il suo dire sibillino
lo bofonchia a capo chino
solo quando interrogato
o s'avverte vincolato
da norma o educazione
a fornire narrazione.
In realtà si sogna asceta
però errante e senza meta
solitario, ma mai solo
poiché spesso spicca il volo
proprio in quel cielo nero
dove sbriglia il suo pensiero
mille voci nella mente
ed ognuna pare tante
se riecheggia all'improvviso
dentro il suo io diviso
c’è chi urla, c’è chi ride
chi straparla e chi lo irride
una che lo crocifigge
criticando ogni suo verbo
l’altra simula scoregge
incitando: sii superbo!
una che ha capito tutto
tra cui il senso della vita
l’altra canta con un rutto
le canzoni d’una gita
e poi c’è come afflizione
quella voce che dispone
una smania d’adesione
a una qualche religione
ma la stessa al tempo stesso
l’ossessiona con il sesso
così il solo compromesso
è onanismo ambivalente:
mira all'onnipotente
mentre è teso a un cupo orgasmo
nella colpa, che sarcasmo.

Chi conosce il pangolino?
Di sicuro no, nessuno
pure lui non si conosce
nel viluppo delle angosce
dentro il capo una babele
al di là di bene e male
però almeno lui sa adesso
che conoscere se stesso
sarà impresa colossale
giacché ogni sé parziale
oltretutto è antisociale.

mercoledì 8 aprile 2020

Leggi di natura



E’ legge del branco
chi è infermo, chi è stanco
chiunque al tuo fianco
se diventa inciampo
per lui non c’è tempo
quando arranca e cade
dal gruppo si esclude:
boccheggia e poi muore?
Perde ogni valore
regna un solo metro
non si guarda indietro.

E’ legge del gregge
l’un l’altro sorregge
seppure ci affligge
si corre in soccorso
di chi s’è disperso
(spesso lo si trova
in coppia in alcova)
ma quel bene assiduo
verso ogni individuo
si fa processione
dietro a un caporione.

La mandria ha una legge
ma chi è che la legge?
Libere scoregge
e pieno diritto
di parola e rutto
nessuna procura
ciascuno si cura
di chi stima o ama
al bando ogni soma
e poi tutti assieme
si vende concime.

domenica 5 aprile 2020

Questo pesce pagliaccio



Questo pesce pagliaccio
già si sente uno straccio
dentro il cuore un crepaccio
che è ricolmo di ghiaccio

una beffa ogni giorno
un giochetto, uno scherno
dei suoi lazzi il frastorno
ma alla fine lo scorno

tutto il darsi da fare
ha un intento interiore
e sarebbe ammaliare
il segreto suo amore

butta tutto in burletta
ma ogni sua barzelletta
è costretto a spiegarla
come insipida ciarla

e la bella pagliaccia
perciò assai lo sbertuccia
questa sua faticaccia
tratta come fregnaccia

il pagliaccio incompreso
alla fine s’è arreso
come amore anche il riso
è prodigio inatteso.