martedì 17 marzo 2020

Il toro da monta



Il toro da monta
neppure le conta
le tante giumente
là sotto, già pronte

senza seduzione
sai che eccitazione
solo il vuoto spasmo
che chiamano orgasmo

e c’è chi l’invidia
quest’agra commedia
di copulazione
a ripetizione

per forza d’inerzia.
Ma in tanta solerzia
nel darsi al dovere
ossia fornicare

una sola volta
è stata travolta
la routine del toro
così il suo lavoro

fu coito interrotto:
accadde d’un tratto
durante una monta
lei era già pronta

quell’occhio bovino 
gli parve divino
ed ebbe sentore
di cos’è l’amore

così frastornato
dal suo triste fato
si sentì bistecca
e fece cilecca.

La stella marina



La stella marina
in fondo al fondale
di acqua salina
non starebbe male
fosse un ristorante
è poi fortunata
senza fare niente
sarebbe stellata
l’intera giornata
immersa e silente
ammira incantata
un opalescente
soffitto di mare
ma sul limitare
di quell'universo
non trova il suo verso
e spesso si sente
per un tristo fato
la stella cadente
d’un cielo sbagliato.

mercoledì 11 marzo 2020

Mangustie d'amore


S’angustia la mangusta
ma mica lo fa apposta
si sente fuori posto
quando vede il mangusto
con l’aria da gran fusto
l’amore sottoesposto
verso quel bellimbusto
che pare maldisposto
lo tiene ben nascosto
neanche fosse nefasto:
chissà se è corrisposto?

S’angustia il mangusto
ingombro s’è frapposto
tra sé e l’antipasto
d’amore che ha posposto
per mantenersi casto
nel vano presupposto
che ciò che è incombusto
rechi dopo più gusto
ma un dubbio gli è rimasto:
chissà se la mangusta
a letto è una ginnasta?

Magari una lezione
s’apprende dalle strane
vicende mangustiane:
che la corresponsione
è sempre un’eccezione
anche nelle più insane
storie d’abnegazione
d’affetto e di passione
che siano o meno umane
se amare è vocazione
all'autoafflizione.

domenica 8 marzo 2020

Il ragno è depresso


Il ragno è depresso
persino più scosso
di quando fu vela
la sua ragnatela
e lui a timonare
ma non c'era mare
ora ha realizzato
che questo è il suo fato
solitario tessere
con tutto il suo essere
rete menzognera
laddove lui spera
rimanga invischiato
un insetto alato
(sarebbe ancor meglio
pollame o coniglio)
ma il ragno non vola
mai un colpo d’ala
nulla lo consola
nella sue esperienza
nessuna speranza
tanto turbolenza
d’amore o coscienza
prima o poi arriva
e la vita schiva
d'operoso zelo
che non trova asilo
è lì appesa a un filo.

martedì 3 marzo 2020

Ecco qua l'orso polare


Ecco qua l'orso polare
sopra un iceberg a galleggiare
spera sia passato il peggio
grazie a quel pezzo di ghiaccio

mentre fluttua alla deriva
l'anima furtiva e schiva
sente un vero toccasana
ancor meglio d'una tana

nel minuscolo riparo
finalmente sta al sicuro
dai ricordi più dolenti
degli amori inconsistenti

d’un passato di cui l’orso
ha più pena che rimorso.
persuaso che con l’orsa
ogni lasciata sia persa

visse ogni relazione
esaltato di passione
in un mondo assai nevoso
egli fu troppo focoso

ma bruciò così il suo cuore
senza in cambio alcun calore
terminato il carburante
prima cenere, poi niente

e salpò dalla banchisa
come fosse una resa
solitario, ma coerente
s’affidò alla corrente

che lo muove a meridione
brilla il sole, la stagione
già intiepidisce l'onde
forse un amore l’attende…

Tutto bene? Non direi.
Spinta da quegli alisei
la sua algida isoletta
ogni giorno è più ristretta.


lunedì 2 marzo 2020

Vita da cani



Abbaia ogni tanto
alternativa al pianto
se è grande la sua pena
e c’è la luna piena
ci scappa un ululato
ma essendo raffreddato
in gola s’è strozzato
pareva un castrato
contro la depressione
il lancio d'un bastone
ma spesso quel riporto
è un gioco nato morto
che nel riconsegnare
nessuno è ad aspettare
se proprio se la spassa
rosicchia a volte ossa
quando non è abbastanza
convoca un'adunanza
di norma un fallimento
che gli invitati a stento
nell’acme del piacere
s'annusano il sedere
finché in quella cagnara
ciascuno ha l’amara
sua intima certezza
catena non si spezza
dell'infausto destino
dissolto quel festino
da soli si rimane
appunto, come un cane.