lunedì 25 febbraio 2008

Il silenzio delle vongole


L’unica occasione

di socializzazione

la vongola la trova in casseruola

finalmente in compagnia, e non più sola,

sebbene in verità, così soffritta,

ciascuna pensi a sé, restando zitta.

Altrimenti posa nella sabbia spessa

e lì si chiude sempre più in se stessa.






Nota di Bulgakov in margine al silenzio delle vongole

Inquietudine di un mitile

Che fortunato che è stò mollusco
malgrado il suo carattere brusco!
Sebbene la vongola stia rinchiusa
in una conchiglia, dal mondo delusa,
se un giorno particolare,
decide di socializzare,
trova sempre qualcuno che se la scarrozza,
mentre nessuno, ahimè, si fila la cozza!

Gli uomini col distintivo


Quegli uomini portavano un distintivo luccicante

che spesso esibivano al posto delle loro facce

all'inizio sembrava non significare niente

simile all'iscrizione al club delle bocce.


Lo esibivano all'occhiello nelle loro televisioni

come una stella sul cuore sberluccicava in diretta

e si commuovevano davvero i molti coglioni

che ne avevano acquistato similcopia con la loro paghetta.


Accompagnarsi con pornostar era poi di rigore

e in alternativa c'era sempre l'attricetta fallita.

Le prime ricambiavano simulando nell'amore,

le altre, poverelle, s'immolavano per tutta la vita.


Conquistarono il paese di domenica, se non erro,

e fu un giorno memorabile anche per chi non c'era:

chi non ricorda i gioiosi boati delle mine anticarro,

i festoni dei reticolati, il Presentatore severo


che condusse dal vivo l'interminabile trasmissione

con i commenti a caldo dei risultati elettorali

concedendo alla neonata e già morta opposizione

l'onore d'una delle sue celebri intemperanze verbali.


E cominciarono presto le purghe a base di glicerina,

che chiunque abbia subito di certo non scorda

perché non erano gli oppositori a prendere la medicina

ma i vincenti, che li inondavano poi della loro merda.


Quello di nemico del resto è un concetto relativo

poiché lo si applica soltanto a chi è ancora vivo,

però in definitiva l'esistere, in queste evenienze,

è essenzialmente una questione di audience.


Dicono che il potere corrompe, ma non è il loro caso:

loro erano già corrotti, e se si soffiavano il naso

era per indicare che la mazzetta sembrava carente:

pare che un fazzoletto di seta fosse il loro contante.


Per esistere ai loro occhi c'era infatti da pagare un prezzo

comodamente rateizzabile nell'arco dell'intera esistenza

ma erano così generosi che quelli privi di ogni mezzo

potevano saldare il conto con la propria coscienza.


Tutti sovrastava l'effige del Grande Padrone Sorridente,

che tutti benevoleva ed era sempre presente

per consolarti ad ogni ora del giorno e della notte

come uno che ti vuol tanto bene, e per questo ti fotte.


Lui voleva bene anche a prozie suore, a mammetta e cugine,

alle amanti a dozzine, mogli, figlie, nuore e nipotine,

ma le sue non gli bastavano, e volle quelle altrui in affitto,

dimostrando che dai soldi può fiorire vero affetto.


Con le domestiche e i servitori ospiti nelle sue ville coloniali

era così democratico che a Natale accettava i loro regali,

però era lui che li sceglieva e pagava non badando alla spesa,

tutto potendo comprare, anche la propria sorpresa.


Il Grande Padrone era abile persino nell'arte della barzelletta,

abbronzato come un lupo di mare perennemente in vedetta.

Gli altri lupi del branco erano un po' meno ricchi, spiritosi e colorati:

proprio per questo lui li aveva nutriti, accoppiati e selezionati.


Dicono che tra di loro scherzassero come in una caserma

e di certo la caserma era per loro un vero modello:

ciascun sottoposto ebbe l’obbligo di restare in forma

correndo dietro al Padrone e praticando libertà d’uccello.


Libertà da tutto e da tutti era in effetti il loro motto

che applicavano persino negli infimi particolari:

praticavano libertà d'intestino così come di rutto

e predicavano a favore di molte libertà grammaticali.


E nel paese ciascuno divenne libero come mai prima:

persino il barbiere ebbe completa libertà di schiuma

ma a chi dissentiva si riconobbe piena libertà di parola

nel senso che poteva pronunciarne una, e una sola.


Per un provvedimento del Ministero dell'Oblio

a una sola libertà si dovette però rinunciare:

quella di ricordare il passato e di bestemmiare Dio

(si poteva con la Madonna, ma senza esagerare).


E alla fine per tutti fu obbligatorio portare un distintivo,

che dava diritto a sconti su diversi tipi di detersivo,

ma per alcuni era diverso, di un'altra forma e colore:

come un codice a barre, indicava il tuo valore.


domenica 24 febbraio 2008

Fuori onda: un monologo anfetaminico mai trasmesso

[Il Comico, spaventato guerriero, entra in scena tra gli applausi, con un vistoso rigonfiamento nei pantaloni]

Salve, salve, buonasera, buonasera [inciampa nel filo del microfono, urla e finge di rovinare addosso alla prima fila di poltrone; risate e ovazione del pubblico]. Grazie, grazie, siete uno tra i migliori pubblici che mi siano capitati in tanti anni di palcoscenico. Non sembrate neanche prelevati a forza dall’ospizio. No, scherzo, ma basta ora, va bene che siete pagati per applaudire. A proposito, quanto vi danno? 50 euro? Cazzo, più che a me, la prossima volta vengo io ad applaudirvi…. Vabbè, si è fatto tardi. Grazie, grazie ancora. Troppo buoni. Addio [fa finta di andarsene; applausi ancora più forti; torna sulla scena e zittisce severamente il pubblico]. In realtà stavo cercando di svicolare perchè stasera avevo già un impegno. Con mia moglie, sapete. Sì, stasera eravamo d'accordo per fare sesso [mormorio del pubblico]. Sì, avete capito bene, sesso. Ma non dovete pensare male: sesso a fini strettamente procreativi. Praticamente, stasera ci facciamo una bella fecondazione in vitro. Io ci metto la provetta, per il resto pensa a tutto lei. L'ovulo c'è già, ne abbiamo una dozzina in freezer, che l'altro giorno la domestica s'è pure sbagliata e un paio l'ha scongelati, impanati e fritti alla milanese. Per fortuna ce ne siamo accorti in tempo e li abbiamo dati a Maruska, la nostra cockerina, che naturalmente è rimasta subito incinta. La provetta la metto io, aspetta, dov'era... [si fruga tra le mutande, poi tira fuori dalla patta un'enorme provetta]. Eppure serve ancora qualcosa... Ah, già, lo sperma. Sono anni che lo metto da parte per i tempi migliori. Ne ho spillata una damigiana. Una faticata, ma son soddisfazioni. A me mi fanno ridere le coppie che dicono: Uh, dopo vent'anni di matrimonio, il sesso è già finito. Io e mia moglie il sesso non lo abbiamo mai cominciato. Anni ed anni di astinenza, durante i quali sono andato a letto sperando di consolarmi con un bel sogno erotico. Sì, sì, avete capito bene, uno di quei sogni bagnati durante i quali ci si accoppia ferocemente con Monica Bellucci o con la commessa del supermercato o con Monica Bellucci vestita da commessa del supermercato (e sono i migliori). Solo che sono talmente sfigato che riesco solo a sognare di masturbarmi con un giornaletto porno-soft anni '70, di quelli a fumetti che si vedono solo le tette. E' tutto talmente triste che quando vengo mi sveglio urlando. Però all'inizio era diverso. Ricordo ancora la prima notte di nozze. Eravamo a Venezia, in un albergo che s'affacciava su un canale pieno di traffico: gondolieri tutta la notte che cantavano funicolì funicolà a coppiette giapponesi in viaggio di nozze. Un inferno. Me era pur sempre la nostra prima notte. Purtroppo lei aveva le sue cose, io avevo mal di testa. E poi la seconda notte: lei aveva mal di testa, io le mie cose. Poi ancora la terza notte: lei aveva le mie cose, io le sue. E la quarta notte abbiamo cominciato a litigare, perché lei voleva prendersi le mie cose, ma non voleva darmi il suo mal di testa. Poi col tempo l'affiatamento sessuale è migliorato, ed ormai c'è un'intesa perfetta: a lei il sesso con me fa schifo, a me pure. Del resto, io sono un eiaculatore precocissimo - ho cominciato ancora nella culla - e mia moglie è frigida, così il nostro rapporto standard funziona così: Io mi denudo, lei me lo guarda, lo addita e dice "Oddio che schifezza, non penserai mica di...." ed io "Ahhhhhhh". Finito. Rapido ed invisibile. Mi dice sempre: No, no, per me il sesso è una cosa sporca. Ma come, una cosa sporca? Non è vero! Basta lavarsela, dico io. Dicono: ma trovati un'amante. Già fatto: me l'hanno presentata, una stretta di mano e "Ahhhhhhh, piacere", in tutti i sensi. Un rapporto breve, ma intenso. E se l'amante se lo trova mia moglie? Il mondo è pieno di mogli frigide con l'amante, di amanti frigidi con le mogli, di amanti sposate con un frigido, di mogli con il frigidaire pieno di amanti. No, no, lei non potrebbe mai ingannarmi in questo modo. Non così di nascosto, almeno, senza cercare di farmi soffrire come un cane, ricattarmi, sputtanarmi con mezzo mondo. Peccato però. Fose, in fondo, mi piacerebbe sapere cosa si prova ad avere le corna. Ma questo forse può spiegarcelo quel signore là in terza fila... sì proprio lei, quello che ha accanto la moglie travestita da travestito. O forse un travestito travestito da moglie? O la moglie travestita da moglie. O il travestito travestito da travestito. Insomma, si decida. Vuole raccontarci qualcosa delle sue corna. Ma che fa? S'è offeso? Se ne va? Si porta via pure il travestito? No, a parte gli scherzi, tra me e mia moglie c'è un normale, sano rapporto di coppia, all'incirca come quello tra Adolf Hitler ed Eva Braun nel bunker della cancelleria, aprile 1945, a Berlino. Non ride nessuno? Debolucci in storia, direi. Rispetto reciproco, ecco il cemento del nostro matrimonio. Però ci manca tanto un figlio, un pargoletto innocente su cui scaricare frustrazioni, un’anima candida da rovinare giorno dopo giorno instillandogli complessi, pregiudizi, cattiverie. Un bambino piccolo piccolo, almeno agli inizi, perché non abbiamo grandi disponibilità economiche e non ce ne possiamo permettere uno più grande. Ma soprattutto un bambino stupido stupido, facile da indottrinare, che potremo ricattare da grande con le sue foto sul vasino per evitare che ci rinchiuda in un ospizio. Per questo ho messo da parte i miei fluidi seminali giorno dopo giorno, mese dopo mese, anno dopo anno. Per questo mia moglie si è presa la briga d'insanguinare chilometri d'assorbenti, d'intasare cessi, molestare psichiatri. E stasera è arrivato il grande momento. Infiliamo tutti gli ovuli nella damigiana dove gli spermatozoi sono in agguato, e si dà il via libera all'orgia. Vuole venire anche lei, signora? Casomai ci passi a trovare. Non si dimentichi l'ovulo, mi raccomando. Arrivederci, arrivederci. O forse addio.

sabato 23 febbraio 2008

Il lamento del depravato



E così mi stai per lasciare.
Stai aspettando un altro: non è vero, amore?
Ma forse so dove ho sbagliato:
mi son lasciato andare, ho esagerato.

Scusami se ti ho reso storpia così
con le tenaglie, negandoti ogni cura medica,
ma se era bello bere da una scarpa la tua pipì
ancor più eccitante da una calzatura ortopedica.

Perdonami se t'ho seviziata col clistere
lo feci più per la tua stipsi che per mio piacere.

E se godevo a infilzarti le chiappe, sta' pur sicura
che seguivo i dettami dell'agopuntura.

L'accoppiamento col dobermann poi non s'è consumato
e quando lui t'ha morso, io l'ho sgridato.

E in fondo non t'ho mai posseduta contronatura
se si eccettua quella volta, con tanta verdura,
t'avrebbe fatto bene, ma era fuori misura.

Se sei onesta ammetterai del resto,
che quando m'hai frustato l'hai fatto di gusto.

Guardami ora: un uomo distrutto dal dolore
sapendo che tra poco farai l'amore
in modo sicuramente banale e scontato
con quel ragioniere, tuo nuovo fidanzato.

Posso almeno restare a guardarvi, magari legato?

venerdì 22 febbraio 2008

Il cavallo giocherellone



Non si può immaginar l’avvilimento

del cavallo che vorrebbe ogni tanto

avere il piacere alla mattina

di giocare un poco alla cavallina

ma deve desistere per la paura

d’essere preso contronatura.



La depressione del panda


C’era un panda che aveva una spilletta

con il muso del koala e una scritta:

“Se proprio volete, c’è lui da salvare,

perché io mi vorrei suicidare”.

Non salvate il panda


Il panda gigante rischia l’estinzione

per l’immensa indolenza che scoraggia

qualsiasi carnale congiunzione,

accoppiamento, copula o amplesso,

inducendolo a rinunciare al sesso.

Si declini ogni tutela organizzata!

Mai un’estinzione fu più meritata.

Nomina sunt consequentia rerum


Vi è stata un’era primordiale

del nostro pianeta nella quale

molti animali erano ancora senza

nome. E proprio allora, coincidenza

grama, l’irrevocabile decisione

la prese per ripicca una morosa

scontenta che sfogò la frustrazione

dopo una notte molto laboriosa

in cui non s’era conclusa cosa

e per non essersi distinto il poverino

fu appellato per sempre moscerino.

giovedì 21 febbraio 2008

Come sconfiggere la fame nel mondo


Ecco un metodo semplice ed efficace

che da solo sembra essere capace

di cancellare per sempre dal mondo

qualsiasi forma di denutrizione

con una più equa redistribuzione,

cioè semplicemente praticando

a chi soffre la fame trasfusioni

con il grasso delle liposuzioni

Nano

dwarf

Nano,

crudele è l’uomo che deridendo

dopo averti sconfitto nella corsa

ti chiamò nanosecondo.


Nano,

di te si ha un quadro stereotipato

che ti vuole superdotato

oltre l’umano.


Nano,

io dico che questa diceria fittizia

è l’affronto villano

d’una feroce malizia.


Nano,

prendiamoci per mano,

da questo mondo ingrato

ti porterò lontano.


Nano,

è molto strano

ma quella che m’hai dato

non mi sembra la tua mano.

Benefici della statistica



Avendo letto su un giornale

che il trentun per cento delle donne

ha praticato il sesso anale

un giovine si ritenne

turbato in tale misura

da doversi auto-appagare

declinando ogni altra cura.

Fornì così quello che appare

un caso eccezionale

di pratica onanistica

ispirata dalla statistica.

In morte della pornoattrice



Consuma l’estremo algido amplesso

con la morte, adesso.

Il pubblico la ricorda con commozione

in un’ultima erezione