martedì 30 marzo 2021

Il merlo parlante

  

So d’un merlo parlante

che si crede un prodigio

per il dire eloquente

che padroneggia egregio

 

non c'è interlocutore

che trovi alla sua altezza

se inizia a dialogare

ecco che lo disprezza

 

ma appena trova pace

restando un po’ silente

la merla che gli piace

lo ignora noncurante

 

così proprio in amore

s'impaccia il linguacciuto

il più grande oratore

finisce zitto e muto.


domenica 21 marzo 2021

Una vita da fagiano

 

Quando nasce il fagiano

gli assegnano un destino

opposto a quello umano

che sta dietro al mirino

 

le carni sue bottino

di chi lo sa vivanda

persuaso che un fagiano

non conti come un panda


è un fatto personale

la sua stessa estinzione

l'esistere è triviale

è solo cacciagione 


così s'aggira in tondo

in cerca di se stesso

chiedendosi errabondo

se sarà arrosto o lesso


finché giunge letale

la rosa dei pallini

la morte floreale

affonda i suoi canini


ma in quel momento solo

la sua vita è centrata

e dunque spicca il volo

verso la mitragliata.



sabato 20 marzo 2021

Cimitero d'elefanti

  

Cimitero d’elefanti

dove sbiancano le ossa

certe paiono ornamenti

che decorano la fossa

 

fosse l’orlo d’un abisso

urlerebbe chi vi cade

è piuttosto il quieto ingresso

del loro regno dell’Ade

 

come un presentimento

l’elefante avverte in cuore

quand'è giunto il suo momento

là s'appressa per crepare

 

c'è però chi vi si reca

per concludere la vita

e non realizza mica

che non è affatto finita

 

si pensò quasi defunto

giusto in petto un gran dolore

s'affrettò a quel camposanto

colpa d'un male d’amore

 

sostò a lungo solitario

poi per non sentirsi in torto

perso tra resti d'avorio

di lì in si finse morto.


lunedì 15 marzo 2021

senza storia #1


Da bimbo lo distinse precoce una personalità sciapa. Mai un’opinione dissonante, un pensiero che non fosse consapevole e inconcludente rimasticatura. Mai una sbavatura o un disallineamento dalle aspettative del mondo, che nel suo caso fin dai primi passi assestarono l'asticella al livello dell'irrilevanza senza appello. Tanto lo amavano i suoi genitori, che lo plasmarono a prova di frustrazioni e disinganno. Non fu mai, neppure per errore, voce fuori dal coro, il coro egemone e assordante di pensieri ordinari e sciatti nel quale si fuse indistinto senza una sola stonatura, come bianco su bianco, anzi voce bianca su voce bianca. La maschera indecifrabile dell'insignificanza risultò confortevole tanto per lui, che per il prossimo suo. Andò a finire che in molti si contendevano la sua compagnia con le unghie e coi denti, trovandola confortevole. Chiunque sarebbe riuscito a brillare al suo fianco, seppure per un attimo. Persino la donna piatta che avrebbe reso moglie, pur continuando fino all'ultimo a considerarla con gratitudine canina, prima d'ogni altra cosa, la sua commercialista.

E' stato un modello per tanti di noi. Pur movendo da una condizione sfortunata, nel corso della vita si è elevato con modestia in una superiore realizzazione delle proprie potenzialità. Ha mantenuto promesse che neppure era stato in grado di formulare, per così dire. Ancora oggi alcuni tra quelli che l'hanno conosciuto e apprezzato di tanto in tanto si interrogano su come si chiamasse, con una fitta di pensiero fugace e molesta.

domenica 14 marzo 2021

Mollusco senza nerbo


Mollusco senza nerbo

chiuso nella conchiglia

sfidando il suo riserbo

vorrebbe una famiglia

 

ma non spiccica verbo

e in compagnia s’acciglia

è moscio ma superbo

nessuna se l’ammoglia

 

così s'è fatto furbo

se vivere è accozzaglia

di noia e di disturbo

da solo gozzoviglia


e si toglie ogni voglia

chiuso nella conchiglia.


sabato 6 marzo 2021

Il salto della quaglia

  

Col suo salto la quaglia

dai soliti binari

l'esistere deraglia

nei tratti lineari

 

quando scarta di lato

oppure di sghimbescio

il più inatteso agguato

elude pur di striscio

 

la vita che bersaglia

tracolla un sentimento 

con un salto la quaglia

rimpalla ogni cimento

 

tempista nello scarto

dall’ordinario andare

la quaglia scampò l’urto

persino dell’amore

 

guardinga e disavvezza

a ogni crepacuore

patì l'incontentezza

del non sentir dolore.