lunedì 21 ottobre 2019

Concepire inferni e paradisi


Concepire inferni e paradisi
vuol dire rendersene prigionieri
Così pensavo, forse era ieri,
in mente la ruga dei tuoi sorrisi

no, non sei tu dannazione o salvezza
e la tua essenza balena e dispare
sughero lieve nelle increspature
dell’onda che si rovescia in carezza

per quanto invariata sta al limitare
tra è stato e sarà, tra tempo e nulla
dove l’orizzonte è una chiusa nera

le stelle là sopra restano a galla
sei tu il diaframma tra nube e cielo
tra neve e ghiaccio, tra sposa e velo.