La percezione
dell’invecchiamento
rifugge l’estasi
come il tormento
più che rovina pare smottamento
dentro un sistema
di riferimento
dove il corpo
sconta la gravità
nell'elevarsi dalla dura inerzia
e cede alla
propria caducità
degradandosi sì,
ma con solerzia.
Se il peso
aggrava, la distanza
lievita mentre il
passo arranca
che pare termine
ogni partenza
e non più l’atto ma il pensiero stanca,
gli istanti
accelerano il loro andazzo
che irrigidisce
il cuore e ammoscia il cazzo.
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