Volgersi e non trovarti più riflessa
in memoria sgombrata o manomessa
prima dell’ora in
cui saremo assenza
così è l’inferno di cui ho coscienza.
Decifrare i segni
muti del viso
l’alfabeto di
ciglia labbra naso
scorrere come cieco
con le dita
la pagina increspata
che è tua vita
capire che di vero
non v’è nulla
oltre
all’intervallarsi di parole
diario del pensiero
che si sfolla
facendosi cordone
ombelicale
in ciò m’è dato
il solo senso vivo
che è amore e
dell’amore è schiavo.
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