Da bimbo lo distinse precoce una personalità sciapa. Mai un’opinione dissonante, un pensiero che non fosse consapevole e inconcludente rimasticatura. Mai una sbavatura o un disallineamento dalle aspettative
del mondo, che nel suo caso fin dai primi passi assestarono l'asticella al livello dell'irrilevanza senza appello. Tanto lo amavano i suoi genitori, che lo plasmarono a prova di frustrazioni e disinganno. Non fu mai, neppure per errore, voce fuori dal coro, il coro egemone e assordante di pensieri ordinari e sciatti nel
quale si fuse indistinto senza una sola stonatura, come bianco su bianco, anzi voce
bianca su voce bianca. La maschera indecifrabile dell'insignificanza risultò confortevole tanto per lui, che per il prossimo suo. Andò a finire che in molti si contendevano la sua compagnia con le unghie e coi denti, trovandola confortevole. Chiunque sarebbe riuscito a brillare al suo fianco, seppure per un attimo. Persino la donna piatta che avrebbe reso moglie, pur continuando fino all'ultimo a considerarla con gratitudine canina, prima d'ogni
altra cosa, la sua commercialista.
E' stato un modello per tanti di noi. Pur movendo da una
condizione sfortunata, nel corso della vita si è elevato con modestia in una superiore realizzazione delle proprie potenzialità. Ha mantenuto promesse che neppure era stato in grado di formulare, per così dire. Ancora oggi alcuni tra quelli che l'hanno conosciuto e apprezzato di tanto in tanto si interrogano su come si chiamasse, con una fitta di pensiero fugace e molesta.