lunedì 25 aprile 2022

Povero uroboro

 "Io sono Sata, allungato dagli anni, io muoio e rinasco ogni giorno, Io sono Sata che abito nelle più remote regioni del mondo"

Capitolo LXXXVII del Libro dei Morti 



Addentandosi la coda

come il tempo circolare

il serpente si sa giuda

che raggira il sé interiore

 

nel suo animo è bastone

asta verga giavellotto

che nella piena estensione

si protende schietto e dritto

 

è segmento che da un punto

definito dello spazio

ad un altro sopraggiunto

trova tregua in quanto sazio

 

è tragitto che la fine

scova fin dalla partenza

nella cerca d’un confine

che racchiuda l’adiacenza

 

però un appetito infame

dal di dentro lo divora

in se stesso si sussume

nel disgusto s'assapora

 

quell’istinto traditore

lo congiunge all’appendice

e gli rende tondo il cuore

flette la sua superfice

 

come cerchio che si morde

aspirando all’infinito

si restringe e poi si perde

con un rutto è digerito.


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