"Io sono Sata, allungato dagli anni, io muoio e rinasco ogni giorno, Io sono Sata che abito nelle più remote regioni del mondo"
Capitolo LXXXVII del Libro dei Morti
Addentandosi la coda
come il tempo circolare
il serpente si sa giuda
che raggira il sé interiore
nel suo animo è bastone
asta verga giavellotto
che nella piena estensione
si protende schietto e dritto
è segmento che da un punto
definito dello spazio
ad un altro sopraggiunto
trova tregua in quanto sazio
è tragitto che la fine
scova fin dalla partenza
nella cerca d’un confine
che racchiuda l’adiacenza
però un appetito infame
dal di dentro lo divora
in se stesso si sussume
nel disgusto s'assapora
quell’istinto traditore
lo congiunge all’appendice
e gli rende tondo il cuore
flette la sua superfice
come cerchio che si morde
aspirando all’infinito
si restringe e poi si perde
con un rutto è digerito.
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