Dentro il cuculo ticchetta
un tirannico orologio
fin da quando nacque detta
il suo andare lesto o mogio
come goccia nella notte
batte secca e intermittente
nel beccarlo lo connette
all'esistere cosciente
ogni istante che capisce
prende aspetto curvo o dritto
è compresso o si sgranchisce
frena o cade a capofitto
si fa ora, mese, anno
poi tracolla in un secondo
reso eterno nell’inganno
non s’accorda alle stagioni
quel suo spasimo indolore
tra le tante indecisioni
scocca a ogni batticuore
e il cucù che l'accompagna
s'incasella nel pensiero
tempo esatto in cui ristagna
un ricordo passeggero.