Chi conosce il pangolino?
Se lo guardi da vicino
rassomiglia a un cotechino
pare porti un parrucchino
forse è questa la ragione
della sua introversione
e il suo dire sibillino
lo bofonchia a capo chino
solo quando interrogato
o s'avverte vincolato
da norma o educazione
a fornire narrazione.
In realtà si sogna asceta
però errante e senza meta
solitario, ma mai solo
poiché spesso spicca
il volo
proprio in quel cielo nero
dove sbriglia il suo pensiero
mille voci nella mente
ed ognuna pare tante
se riecheggia all'improvviso
dentro il suo io diviso
dentro il suo io diviso
c’è chi urla, c’è chi ride
chi straparla e chi lo irride
una che lo crocifigge
criticando ogni suo verbo
l’altra simula scoregge
incitando: sii superbo!
una che ha capito tutto
tra cui il senso della vita
l’altra canta con un rutto
le canzoni d’una gita
e poi c’è come afflizione
quella voce che dispone
una smania d’adesione
a una qualche religione
ma la stessa al tempo stesso
l’ossessiona con il sesso
così il solo compromesso
è onanismo ambivalente:
mira all'onnipotente
mentre è teso a un cupo orgasmo
nella colpa, che sarcasmo.
Chi conosce il pangolino?
Di sicuro no, nessuno
pure lui non si conosce
nel viluppo delle angosce
dentro il capo una babele
al di là di bene e male
però almeno lui sa adesso
che conoscere se stesso
sarà impresa colossale
giacché ogni sé parziale
oltretutto è antisociale.
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