Se il serpente muta pelle
non è per la consunzione
dello strato che si svelle
sogna una redenzione
fuoriuscire nudo e puro
dall’involucro in eccesso
così mettersi al riparo
soprattutto da se stesso
dall’innata repellenza
verso la propria natura
che lo stringe nell’urgenza
di strisciare l’andatura
dalla lingua che biforca
come un bivio ingannatore
che in un sibilo distorca
le assonanze dell’amore
dalla pozza senza luce
in cui affonda le pupille
mentre l’occhio fissa truce
tutto quanto gli repelle
sciolto dalle vecchie squame
non s'è affatto trasformato
stessi sensi, stesso nome
solo un po' più scorticato.
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