L’emù che allunga il collo
sbucato da un cespuglio
troneggia come un grullo
su un campo brullo e spoglio
frugando l’orizzonte
con il pensiero fiacco
realizza che di fronte
non ha fuga né attracco
se è libera la vista
il mondo è secondino
il poco che conquista
è gioco a nascondino
ma in quello spazio esposto
ovunque si rintani
nascosto da un arbusto
ne sente tanto i pruni
e a causa della mole
come fosse un regalo
protende a chi lo vuole
il proprio stesso culo.
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