Immagina dunque degli uomini in una dimora sotterranea a forma di caverna, con un’entrata spalancata alla luce e larga quanto l’intera caverna; (...) fa loro luce un fuoco acceso alle loro spalle, in alto e lontano; (...) Pensi innanzitutto che essi abbiano visto, di se stessi e dei loro compagni, qualcos’altro se non le ombre proiettate dal fuoco sulla parete della caverna che sta loro di fronte?
Platone, Repubblica
Se la spigola sapesse
nel suo torpido fluttuare
che le sparse ombre riflesse
sulla crosta del suo mare
sono chiglie o nuvolaglia
che si staglia controsole
chissà quanta meraviglia
perderebbe le parole
un altrove inconcepito
dove brilla una lanterna
che proietta un fitto ordito
nella liquida caverna
il pigro baluginare
d’ogni lume pare stella
che la chiama ad un amore
e poi spegne la fiammella
ogni vaga screziatura
è sostanza che trasmuta
però da un’angolatura
che ostruisce la veduta
e nell’acqua che non sente
così ferma scialba chiara
va la spigola incosciente
giusto incontro alla lampara.
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