Gufo dagli occhi azzurri
fisso su un ramo ossuto
pare quasi l’afferri
invece sta seduto
la notte che s’addensa
sotto il suo sguardo chiaro
a tutto quel che pensa
non porta alcun riparo
la tenebra del mondo
sa leggere e non vuole
perciò codificando
l’esistere in parole
nell’aria sottostante
intende l’impazienza
della fauna presente
di cui si sa semenza
l’alterità che avverte
da quell’ansia rapace
di bestie malaccorte
che non trovano pace
quello scarto incipiente
tra il suo storto vissuto
e l’essere al presente
sentendosi scaduto
un lasso impercepito
sbalestra la traiettoria
del volo intestardito
che ha scritto la sua storia
e al cuore che sobilla
il gufo non s’è arreso
l’amore è una livella
lui non ha contrappeso
così esiste in un tempo
che si restringe a imbuto
c’è prima o poi l’inciampo
e casca giù il pennuto.
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