L’anatra che s’immerge
nello stagno di testa
non sa che quel che sporge
è il proprio culo in festa
nell’acqua limacciosa
ignora quel che cerca
e mentre ficcanasa
col culo in su s’inarca
lo sguardo s’impaluda
nel mondo ch’è piattezza
ma spunta la sua coda
e il culo localizza
in sé quell’orifizio
parrebbe poca cosa
somiglia ad un solstizio
dove il culo riposa
eppure ciò che appare
è pura meraviglia
come ostia sull’altare
quel culo vi si staglia
la vita è un acquitrino
che l’anatra scandaglia
è nebbia il suo destino
ma il culo non si sbaglia
così quando riaffiora
dopo quell’immersione
d'incanto s'innamora
e il culo è il suo timone
seguendo un chiaro istinto
l’orienta il posteriore
verso quell’orizzonte
che il culo affida al cuore.
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