Proprio il tarlo, in quanto tarlo,
con la mente si lambicca
sente il tempo confinarlo
dentro il legno che lui intacca
da quel buco s’arrovella
sui confini del creato
e il pensiero lo sobilla
sconcertante e inusitato
ma lo scavo inconcludente
non conosce via di sbocco
nel suo vano costringente
s’è recluso in un arrocco
non sfarfalla, non si libra
non ammette sentimento
non incontra altro che fibra
convertita in escremento
quel che rode prima sugge
poi lo ingolla e infine caca
nulla crea, nulla distrugge
però tutto fa cloaca
anche il vivere del tarlo
come ogni altro non dura
resta solo, a ben guardarlo,
polvere di segatura.
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