L’otaria sedentaria
si svacca su uno scoglio
la vita la contraria
così la passa al vaglio
e scopre che non varia
che il genere d’incaglio
nella colonia i crocchi
dell’altre otarie obese
s’assembrano in ammucchi
ciascuna più scortese
con chi incontra a quattrocchi
tutto causa contese
le prede fuggitive
sempre controcorrente
dileguano le rive
la fossa è onnipresente
qualcuna sopravvive
il resto insussistente
sogna corse sfrenate
ma incede a balzelloni
se scansa le cacate
non sfugge quelle immani
a lungo strascicate
creano commistioni
pure il suo sentimento
attinge a quel fetore
e spesso sopravento
nel vivere inodore
travisa per incanto
la merda con l'amore
così quando pinneggia
vincendo l’indolenza
la bolla che galleggia
persiste alla sua assenza
la gracile scoreggia
trattiene ogni speranza.
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