L’indolente facocèro
ha in orrore lo straniero
la ragione è presto detta
lui l’ha fatta, e ora l’aspetta
(pur suino, a dare retta,
si mangiò pane e porchetta)
così vive tremebondo
il suo essere nel mondo
nel timore a sé rivolto
che il nemico senza volto
che prima che non si creda
lo trasformerà in preda
sia ancor lui, il facocéro
che con spirito guerriero
si condanni a tradimento
a ogni sorta di tormento
le sue stesse carni infetti
con pensieri turpi e abietti
poi si sbrani a grandi morsi
la coscienza di rimorsi
e si dia il colpo di grazia
realizzando la disgrazia
dell’essere facocéro
a se stesso uno straniero
o scenario ancor peggiore
di se stesso il predatore.
o scenario ancor peggiore
di se stesso il predatore.
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